Porta dell'Inferno

Virgilio accompagna Dante fino alla porta dell’Inferno.

«Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate»

dice l'iscrizione che campeggia sull'entrata.

Non c’è salvezza in Inferno, solo eterna sofferenza.


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Dante e Virgilio davanti alla porta dell’Inferno. - Collection de cent figures, dessinées et gravées par Mme Giacomelli, Parigi, Salmon, 1813. Bibliothèque des livres rares et collections spéciales, Collection générale, PQ4329 G53 1813.

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Conclusione del secondo canto dell’Inferno e inizio del terzo. - Le Terze Rime di Dante, Venezia, Manuzio, 1502. Université de Montréal, Bibliothèque des livres rares et collections spéciales, Collection générale, PQ 4302 B02 1502.

I due viandanti attraversano la porta e scendono nelle viscere della terra, nell’oscurità del regno delle perdute genti.

Vestibolo dell'Inferno

Il buio della discesa è riempito da urla e pianti, grida e lamenti. Dante intravede una folla di persone, anime sofferenti, morti che sono stati condannati alla pena infernale. Le anime sono martoriate da mosconi e vespe e camminano su una distesa di vermi. Virgilio li definisce spiriti ignavi, che in vita si rifiutarono di scegliere, non si schierarono con nessuno e non si impegnarono in nulla. Come essi non hanno seguito nessun ideale in vita, così ora corrono dietro a un’insegna vuota, per l’eternità.

«Questi non hanno speranza di morte
e la lor cieca vita è tanto bassa,
che ’nvidiosi son d’ogne altra sorte.
Fama di loro il mondo esser non lassa;
misericordia e giustizia li sdegna:
non ragioniam di lor, ma guarda e passa».

PASSO DELLA COMMEDIA: Inf. 3, 46-51

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Rappresentazione dell’inferno, con le differenti sezioni e i cerchi. - Dante col sito et forma dell’inferno tratta dalla istessa descrittione del poeta, Venezia, Manuzio, 1515, pp. 244v-245r. McGill Rare Books and Special Collections, PQ4302 B15 1515.

Lucifero, il più bello tra gli angeli, si ribellò contro Dio. Il Creatore lo scagliò fuori dal Paradiso e lo precipitò sulla Terra assieme agli angeli ribelli suoi seguaci. Disgustata da tale abominio, la Terra si ritirò per non esserne toccata, creando così un abisso, come un cratere: l’Inferno. Dall’altra parte del pianeta, per simmetria, si levò una montagna: il Purgatorio. La caduta di Lucifero si fermò al centro del globo terrestre. Fin dalla sua creazione, l’Inferno ospitò gli angeli ribelli, divenuti diavoli, e si riempì via via delle anime dei peccatori, qui puniti per l’eternità. Maledetti per i loro peccati, i dannati subiscono la pena assegnata in uno dei nove cerchi che compongono l’Inferno.

Acheronte

Dante e Virgilio arrivano in vista di un fiume: l’Acheronte. Sulla sua riva si radunano i dannati di ogni origine, in attesa di raggiungere la sede della propria dannazione eterna. A traghettarli sull’altra sponda c’è Caronte, un vecchio barbuto e iroso.

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Caronte si accanisce sulle anime dei dannati in riva all’Acheronte. - Dante’s Inferno, London-New York-Paris, Cassel & Company, 1866. Université de Montréal, Bibliothèque des livres rares et collections spéciales, Collection Gilles-Rioux, RIOUX 2532.

Ed ecco verso noi venir per nave
un vecchio, bianco per antico pelo,
gridando: «Guai a voi, anime prave!
Non isperate mai veder lo cielo:
i’ vegno per menarvi a l’altra riva
ne le tenebre etterne, in caldo e ’n gelo.
E tu che se’ costì, anima viva,
pàrtiti da cotesti che son morti».

PASSO DELLA COMMEDIA: Inf. 3. 82-89

Caronte intima a Dante, unico vivo tra le anime morte, di non salire sulla sua barca. Virgilio fa allora appello alla volontà divina e ammansisce il traghettatore: il viaggio di Dante è voluto in Paradiso.

Prima che i due viandanti possano salire sulla barca, il boato di un terremoto riempie l’aria

Dante, spaventato dal frastuono, sviene.