Dante rinviene nel terzo cerchio.

I peccatori di gola soffrono in eterno sdraiati a terra sotto una pioggia battente e gelida, mischiata a grandine e neve. Cerbero, il cane infernale a tre teste, si accanisce sulle loro membra, li azzanna e li scuoia.

Cerbero, fiera crudele e diversa,
con tre gole caninamente latra
sovra la gente che quivi è sommersa.
Li occhi ha vermigli, la barba unta e atra,
e ’l ventre largo, e unghiate le mani;
graffia li spirti, iscoia ed isquatra.

PASSO DELLA COMMEDIA: Inf. 6, 13-18

Virgilio lancia una manciata di terra nella bocca del mostro e lo acquieta. Tra i dannati che Dante e Virgilio calpestano per avanzare, uno si alza a sedere. È il fiorentino Ciacco, che riconosce il concittadino Dante e a lui si rivolge.

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Nel disegno realizzato nel margine inferiore della carta, Dante e Virgilio sono davanti a Ciacco e ai golosi. - Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Plut. 90 inf. 42, c. 29r.

Ciacco condanna la sua Firenze, affetta da superbia, invidia e avarizia, e ne profetizza la sorte. Nella lotta tra i partiti dei Guelfi bianchi e dei Guelfi neri, la vittoria dei secondi porterà alla cacciata dei primi. A Dante, guelfo bianco, toccherà l’esilio.