Poi fummo dentro al soglio de la porta
che ’l mal amor de l’anime disusa,
perché fa parer dritta la via torta, 3
sonando la senti’ esser richiusa;
e s’io avesse li occhi vòlti ad essa,
qual fora stata al fallo degna scusa?

PASSO DELLA COMMEDIA: Pg. 10, 1-6

Oltre la porta del Purgatorio, l’anima pellegrina si trova in una gola rocciosa.

La montagna si divide in sette gradoni, o terrazzamenti, o ancora cornici, ognuna larga come tre persone distese.

Dante e Virgilio percorrono il fondo del crepaccio ed escono alla luce del giorno. Si riposano, prima di cominciare a girare sulla prima cornice del Purgatorio.

Dante e Virgilio percorrono la prima cornice, tenendo il vuoto a destra e la parete rocciosa a sinistra. Il fianco della montagna è di marmo candido, scolpito con tale arte che solo la mano divina può esserne l’artefice.

I bassorilievi rappresentano esempi illustri di umiltà: la Vergine, visitata dall’arcangelo Gabriele che accetta di essere madre di Dio; Davide, re dei Giudei, che magnificamente si umilia danzando davanti all’Arca dell’Alleanza, come racconta l’Antico Testamento; infine l’imperatore romano Traiano, che si piega alle implorazioni di una vedova che domanda giustizia.

Le anime dei superbi avanzano verso Dante e Virgilio, portando dei massi sulla schiena e subendone il peso. Piegati su loro stessi, intonano la preghiera del “Padre Nostro”.

Dante si china per mettersi allo stesso livello dei superbi. Il poeta riconosce Oderisi da Gubbio, miniatore della scuola di Cimabue, e ne loda le opere. Oderisi si schermisce con umiltà e condanna la ricerca della fama terrena.

 

Dante e Virgilio si congedano dalla folla di anime curve e percorrono il resto della cornice. Virgilio attira l’attenzione di Dante su altri bassorilievi incisi sotto i loro piedi, che rappresentano esempi di superbia punita.

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Nella miniatura: in basso, Dante e Virgilio osservano i tre bassorilievi con gli episodi dell’annunciazione a Maria, Davide che si umilia danzando e l’imperatore Traiano e una vedova; in alto, Dante e Virgilio parlano con due superbi. - Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Plut. 40.7, c. 97r.

«Non è il mondan romore altro ch’un fiato
di vento, ch’or vien quinci e or vien quindi,
e muta nome perché muta lato.
Che voce avrai tu più, se vecchia scindi
da te la carne, che se fossi morto
anzi che tu lasciassi il ‘pappo’ e ’l ‘dindi’,
pria che passin mill’anni? ch’è più corto
spazio a l’etterno, ch’un muover di ciglia
al cerchio che più tardi in cielo è torto.»

PASSO DELLA COMMEDIA: Pg. 11, 100-108

Un angelo luminoso si fa incontro a Dante e Virgilio. Guida i due poeti alla scala verso la seconda cornice e con un battito d’ali cancella una P dalla fronte di Dante. Più leggero, il pellegrino Dante continua la salita.

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Conclusione del canto XX del Purgatorio. Nella xilografia, Virgilio e Dante davanti ai superbi che pronunciano il Padre nostro. - Comento di Christophoro Landino fiorentino sopra la Comedia di Dante Alighieri poeta fiorentino, Brescia, Bonino Bonini, 1487, f. cciiiir. McGill Rare Books and Special Collections, Incun 1487 Dante.