Dante e Virgilio entrano in una nube di fumo denso. Le anime degli iracondi, accecate e soffocate dalla rabbia su terra, sono accecate e soffocate dal fumo che li avvolge.

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Dante e Virgilio immersi nel fumo degli iracondi. - Florence, Biblioteca Nazionale Centrale, Banco Rari 39, c. 212v.

Dante si tiene dietro a Virgilio. Viene interrogato dall’anima di Marco Lombardo, cortigiano dell’Italia settentrionale, con cui si intrattiene in un dialogo fatto di voci nel fumo.

Non appena Dante esce dalla nube, ha tre visioni di ira punita. Avvolto dalla luce dell’angelo della pace, Dante sente un’altra P cancellarsi dalla sua fronte. L’angelo indica il passaggio alla cornice superiore e i viandanti intraprendono la salita.

Marco Lombardo disquisisce con Dante sul libero arbitrio. Egli spiega che ciascuno è libero di fare il bene o il male, ma che la tensione naturale e le leggi umane e divine tendono a perseguire il bene. Per favorire il bene, Dio ha posto due soli alla guida dell’umanità: la chiesa e l’impero, il papa e l’imperatore. Ma i due soli si sono spenti a vicenda, e la corruzione dei due poteri genera la corruzione dei tempi presenti.

«Le leggi son, ma chi pon mano ad esse?
Nullo, però che ’l pastor che procede,
rugumar può, ma non ha l’unghie fesse;
per che la gente, che sua guida vede
pur a quel ben fedire ond’ella è ghiotta,
di quel si pasce, e più oltre non chiede.
Ben puoi veder che la mala condotta
è la cagion che ’l mondo ha fatto reo,
e non natura che ’n voi sia corrotta.»

PASSO DELLA COMMEDIA: Pg. 16, 97-105