Meraviglioso giardino di ogni delizia
Adamo ed Eva abitarono per primi il Paradiso Terrestre. Essi ne furono cacciati dopo che, tentati dal serpente, mangiarono il frutto dell’albero proibito.
Dante, Virgilio e Stazio escono dalla parete di fuoco e raggiungono una scala. I tre viandanti interrompono la salita allo scendere della sera. Si distendono ciascuno su un gradino e aspettano che la notte passi.
PASSO DEL PURGATORIO: Pg. 27, 124-132
Dante si addormenta. Una donna giovane e bella va raccogliendo fiori. Si presenta come Lia, ama adornarsi e farsi bella. Ella menziona sua sorella Rachele, che ama guardarla. Una simboleggia la vita attiva, l’altra quella contemplativa. Dante si sveglia.
È l’alba, i tre riprendono a salire.
In cima alla scala, Virgilio si rivolge a Dante e gli ricorda il lungo viaggio percorso. Egli ha accompagnato Dante fuori della foresta oscura, fino a raggiungere il giardino del Paradiso terrestre. Presto Dante potrà incontrare Beatrice.
Miniatura che introduce e riassume il Purgatorio. Sulla cima della montagna, il Paradiso terrestre. - Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, Banco Rari 215, c. 78v.
PASSO DELLA COMMEDIA: Pg. 27, 139-142
I tre poeti entrano nel giardino. Tra alberi rigogliosi e uccelli cinguettanti, arrivano a un ruscello. Sull’altra riva, una donna, sola, si diletta a raccogliere i fiori del giardino: è Matelda.
Matelda spiega a Dante che da quella fonte inesauribile nascono due fiumi, il Lete e l’Eunoè. L’acqua del primo cancella la memoria dei peccati commessi, quella del secondo restituisce la memoria del bene fatto.
Dante e Matelda costeggiano il fiume contro corrente. Una meravigliosa processione avanza verso Dante. Sette candelabri, seguiti da ventiquattro anziani di bianco vestiti, poi quattro animali, un grifone che trasporta un carro, tre donne a destra e quattro a sinistra, poi due vecchi e ancora quattro, e un vecchio solo, addormentato.
La processione si ferma, cento e cento angeli si alzano in volo lanciando fiori.
Processione allegorica del Paradiso terrestre. - Napoli, Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III”, XIII.C.1, cc. 119v-120r.
PASSO DELLA COMMEDIA: Pg. 30, 28-33
Nell’aurora di petali, appare Beatrice.
Dante riconosce la donna amata, riconosce l’emozione dell’antico amore. Si volta verso Virgilio, ma non lo trova più al suo fianco.
Dante e Stazio davanti a Beatrice, che appare in una corona di fiori. Dante si riflette nel Lete. - Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Plut. 40.1, c. 198v.
La beata Beatrice, santa del Paradiso e amata di Dante, è la sola a chiamare il poeta per nome, l’unica a chiamarlo “Dante”.
PASSO DELLA COMMEDIA: Pg. 30, 43-57
Beatrice è la donna che Dante ha amato per prima. Come racconta nella Vita Nova, Dante ha incontrato Beatrice per la prima volta a nove anni, e poi ancora a diciotto. L’amore del poeta si esprime nella poesia, nella lode della donna amata. Beatrice muore giovane e, alla fine della Vita nova, Dante decide che canterà di nuovo la sua gloria di beata in Paradiso.
All’inizio del viaggio della Commedia, Beatrice aveva visto il suo Dante in pericolo nella foresta oscura. Aveva allora inviato Virgilio a salvarlo, a portarlo fino a lei. Dante doveva conoscere i supplizi dell’Inferno per capire quanto fosse lontano dal bene. Ora però egli è in cima al Purgatorio, pronto a salire in Paradiso. Ora Virgilio, anima del Limbo, deve ritrovare il suo posto alle porte dell’Inferno. Sarà Beatrice a guidare il pellegrino Dante là dove l’anima di Virgilio non può arrivare. Nell’allegoria del viaggio, la ragione umana non può bastare a comprendere i misteri divini: è la Teologia-Beatrice a guidare Dante nell’ultima parte del viaggio.
Nel disegno, il primo incontro tra Beatrice e Dante, a nove anni, in una chiesa. Inizio della Vita nova. - Dante Alighieri, The New Life, tradotta da Dante Gabriel Rossetti, illustrata da Evelyn Paul, London, Harrap; New York, Brentanos, 1910, p. 5. McGill Rare Books and Special Collections, Colgate 9.1 G46 D36N49 1910z.
Conclusione della Vita Nova nella quale Dante afferma di voler vedere Beatrice nella sua gloria di beata. - La Vita Nuova di Dante Alighieri Fiorentino, Bayford, Ashendene, 1895, p. 113. McGill Rare Books and Special Collections, Colgate 6 A833 D36V58 1895.
Dante confessa di aver ceduto alle tentazioni terrene dopo la morte della giovane Beatrice. Contrito e profondamente pentito, Dante fissa Beatrice, come lei gli domanda. La sofferenza della sublime visione è tale che egli sviene. Matelda lo immerge nelle acque del Lete e, mentre rinviene, Dante e sull’altra riva.
Beatrice solleva il velo che le copre il viso. Dante può contemplare tutta la sua bellezza, tale che ne resta abbagliato.
La processione allegorica si muove, Dante e Stazio si accodano.
Il grifone lega il carro a un albero imponente e secco, che rifiorisce. Si leva un canto di lode e Dante si assopisce e risveglia ancora una volta. I componenti della processione ascendono in Paradiso, mentre un drago, una volpe e un’aquila distruggono il carro. Dal carro sorgono sette teste su cui troneggiano una prostituta e un gigante. Il gigante slega il carro dall’albero e lo trascina nella foresta.
Nell’allegoria della processione, si consuma il racconto della Chiesa di Roma e della sua corruzione. Il gigante che trascina via il carro è l’immagine della sede papale che sarà trasferita ad Avignone, in Francia.
Seconda processione allegorica del Paradiso terrestre. - Napoli, Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III”, XIII.C.1, c. 133r.
Beatrice esorta Dante a ricordare tutto quello che ha visto e a riferire ogni cosa quando tornerà tra i vivi.
È quasi mezzogiorno.
Matelda accompagna Dante e Stazio sulla riva del fiume Eunoè.
Dante si immerge
e ne beve l’acqua.
Il ricordo del bene che ha compiuto si ravviva.
Infine puro e purificato, egli è pronto a salire alle stelle.
PASSO DELLA COMMEDIA: Pg. 33, 136-145