Il Plut. 40.7 è uno dei pochi manoscritti della Commedia cartacei e di grandi dimensioni realizzati nel corso del XIV secolo; il ricco ed esteso apparato decorativo di disegni e miniature ne fa uno dei più interessanti.
Il codice è databile al terzo quarto del XIV secolo, probabilmente tra gli anni Sessanta e Settanta (De Robertis 2018, 20) e contiene le tre cantiche corredate dal commento volgarizzato di Graziolo Bambaglioli e da altre glosse. Il testo della Commedia è copiato su una colonna al centro della pagina e circondato da note e glosse. I rimandi tra l’uno e le altre consistono in cifre arabe o lettere dell’alfabeto latino annotate a sinistra dei versi e riprese nel commento.
La prima carta dell’Inferno contiene una lettera capitale abitata da Dante, seduto con in mano un libro aperto, la testa sorretta dalla mano sinistra a indicare il sonno del poeta. Nel margine inferiore delle carte della prima cantica si trovano poi 55 disegni in campo libero, ad acquarello. La decorazione del codice dovette rimanere incompleta, poiché le 67 miniature che corredano Paradiso e Purgatorio sono un’aggiunta posteriore, di uno o due artisti forse addirittura cinquecenteschi. Prima dell’inizio del testo, una miniatura a piena pagina alla c. VIv rappresenta un drago alato sulla cui testa si erge un centauro con una freccia incoccata all’arco. Il drago tiene con la zampa uno stemma ondato d’oro con due delfini dello stesso in banda, appartenente a quello che dovrebbe essere il committente o, più probabilmente, uno dei possessori posteriori del manoscritto (forse lo stesso che commissiona la decorazione di Purgatorio e Paradiso?).
La tipologia di legatura e il digramma di Cosimo de’ Medici sulla stessa permettono di ricostruire la presenza del manoscritto nella Biblioteca Medicea Laurenziana alla data di fondazione, il 1571.
Un elegante e fedele facsimile del manoscritto è stato pubblicato da Treccani, affiancato ad un volumetto contenente quattro contributi che ne investigano la scrittura, l’illustrazione e le glosse (Commedia 2018).
Contenuto: Commedia accompagnata dal volgarizzamento A del commento di Graziolo Bambaglioli e alcune altre chiose (estratte, ad esempio, dall’Ottimo commento, dal commento di Jacopo Alighieri e dalle Chiose Palatine).
- 1r-76v: Inferno;
- 77r-157v: Purgatorio;
- 158r-239v: Paradiso.
Digitalizzazione 1: http://mss.bmlonline.it/s.aspx?Id=AWOIen8qI1A4r7GxMH0Q&c=Aliud%20exemplar%20[Dantis%20Comoedia]#/book
Digitalizzazione 2: http://www.internetculturale.i...
Datazione: terzo quarto del XIV secolo.
Localizzazione: Toscana, probabilmente Firenze.
Copista: anonimo.
Colophon: c. 239v, “Explicit liber tertius et ultimus Dantis Allegherij de Florentia. Deo gratias. Amen”.
Descrizione materiale
Supporto: cartaceo, con guardie membranacee.
Carte: IV + 239 + IV’.
Dimensioni: 394 x 290 mm.
Fascicolazione: 1-98, 104, 11-188, 1910-1, 20-298, 306.
Scrittura: testo in littera textualis, commenti e glosse in bastarda su base mercantesca.
Rilegatura: legatura medicea in pelle rossa con borchie, cantonali e catena.
Decorazione: La decorazione è ricca, estesa all’intero poema e stratificata nel tempo. All’Inferno lavorano almeno due miniatori. Il primo si occupa della miniatura di Dante nella capitale N che apre l’Inferno, alta 11 righe di testo, e del disegno in campo libero di Dante, Virgilio e le tre fiere. Il secondo realizza gli altri 54 disegni in campo libero, acquarellati, che occupano i margini inferiori della prima cantica.
Le miniature di Purgatorio e Paradiso sono aggiunte posteriori, non immediatamente successive alla realizzazione del codice. Altri miniatori inseriscono dei disegni inquadrati e colorati ad acquarello nel margine inferiore della pagina, uno per ogni canto. Volkman (1908, 54) ha individuato la fonte delle miniature del Purgatorio nelle xilografie della tradizione veneta a stampa della Commedia (Commento di Christophoro Landino 1491), come conferma anche, da ultima, Chiodo (2018, 36). Un altro artista, diverso da quello della seconda cantica ma con la stessa fonte d’ispirazione e simile esito grafico, lavora alla decorazione del Paradiso. Infine, una serie di altri disegni posteriori, forse preparatori, occupano alcune carte delle ultime due cantiche (ad esempio alle cc. 146r e 191r).
In tutto il manoscritto, delle iniziali acquarellate alte tra 7 e 12 righe di testo segnano l’inizio dei canti. Secondo Chiodo (2018, 37), sulla colorazione delle capitali intervengono due miniatori, uno antico e responsabile dei disegni dell’Inferno e un altro dallo stile più moderno, che a partire da c. 207 cerca di riprodurre lo stile del primo. Soltanto l’iniziale a pennello della prima rubrica della Commedia è filigranata in blu. La lettera iniziale di ogni verso è toccata in giallo e il primo verso di ogni terzina accompagnato da un segno di paragrafo in inchiostro alternativamente blu e rosso.
Note: Sulla controguardia superiore è stata incollata una carta astronomica, in parte mobile. In diversi momenti del poema, quando Dante utilizza una similitudine, il copista del testo poetico rubrica la parola comparatio continuando la riga del verso.
Bibliografia
Chiodo, Sonia. 2018. “Tradizione e nuovi modelli nell’illustrazione del Laurenziano Plut. 40.7”, in Commedia (2018), pp. 25-54.
Commedia. Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Plut. 40.7. 2018. Commentario a c. di S. Chiodo, T. De Robertis, G. Ferrante, A. Mazzucchi. Roma: Istituto dell’Enciclopedia Italiana.
Commento di Christophoro Lanino fiorentino sopra la comedia di Danthe Alighieri poeta fiorentino. 1491 [ma 1492]. Venezia: Bernardino Benali e Matteo di Codecà.
De Robertis, Teresa. 2018. “Struttura e scritture del Laurenziano Plut. 40.7”, in Commedia (2018), pp. 1-24.
Volkman, Ludovico. 1908. Iconografia dantesca. Firenze-Venezia: Olschki.
Autore della scheda e data: Alessio Marziali Peretti, 01/09/2021.