Questo volume, pubblicato nel 1569, riproduce fedelmente l’edizione della Divina Commedia pubblicata da Ludovico Dolce nel 1555. All’editore, autore mediocre, ma abile imprenditore in campo librario, va il merito di aver rinnovato l'opera di Dante sul piano editoriale. Il titolo “Divina” che precede quello di Commedia nelle edizioni dell’opera è infatti dovuto proprio al genio creativo del Dolce, che per primo lo utilizzò per il suo commento pubblicato a Venezia da Giolito nel 1555 (Rejna 1915). L’aggettivo “Divino” era stato precedentemente usato per descrivere Dante in varie edizioni veneziane ma non era mai stato utilizzato prima per il titolo dell'opera. L'edizione del 1555 non venne mai ristampata da Giolito, ma nel 1569 e nel 1578 fu riprodotta da un altro stampatore veneziano, Domenico Farri. Queste due ristampe non furono sufficienti per legare definitivamente l'appellativo di “Divina” alla Commedia, che venne ripreso con una certa continuità solo nel 1595 dagli Accademici della Crusca nella loro edizione, sul cui modello si svilupparono tutte le successive edizioni della Commedia per oltre due secoli. Dolce modificò in maniera sostanziale anche la fruizione stessa della Commedia, il cui testo non poteva più essere offerto senza commento come nelle stampe aldine, e che, parimenti, non poteva nemmeno essere gravato da un commento sovrabbondante come quello di Landino. La soluzione del Dolce fu quella di creare un apparato leggero composto da una breve nota riassuntiva del canto seguita poi da una nota esplicativa dell'allegoria alla fine di ogni canto. Nel testo compaiono delle note a margine, richiamate e riassunte in due indici (Bonora 1966).

Enfer

Domenico Farri fu un tipografo italiano della provincia di Brescia e attivo a Venezia dal 1540 presso la stamperia di un parente di nome Giovanni e poi, dal 1555, in proprio. La produzione di Farri non fu di particolare importanza ed era basata principalmente sulla riedizione di celebri volumi. Il frequente cambio di marca tipografica e l'assenza di una libreria collegata all'attività tipografica suggeriscono che il lavoro di Farri dipendesse in modo importante da committenti privati ​​(Menato 1989). Il Farri fu spesso oggetto di controversie legali legate alla contraffazione illegale di edizioni appartenenti ad altri tipografi. Nel 1567 Farri ristampò illegalmente il Catechismus Tridentino, i cui diritti erano stati concessi da Pio V a Paolo Manuzio. La contraffazione riproduceva anche l'ancora manuziana sul frontespizio, lo stesso Paolo Manuzio denunciò il fatto e il Senato veneziano, su pressione del pontefice, proibì a Farri di commerciarne la ristampa (Pastorello 1924).

Coriolano Martirano (1503-1557), nato in un'importante famiglia calabrese, intraprese la carriera di doganiere a Napoli grazie all'appoggio del fratello maggiore Bernardino, segretario di stato dei viceré spagnoli. Trasferitosi a Roma nel 1529, divenne sacerdote e nel 1530 fu nominato vescovo di San Marco Argentano in Calabria da Clemente VII. Fu un grande umanista, frequentatore di figure di spicco della cultura letteraria dell'epoca come Francesco Maria Molza e Pietro Bembo. Nel 1545 partecipò al Concilio di Trento ricoprendo la carica di segretario e aprendo la seconda giornata con una preghiera (Imbrogno 2004). Martirano fu anche scrittore, a lui sono attribuibili 8 tragedie, 2 commedie in latino e numerose lettere sul modello ciceroniano. Fu anche un ottimo traduttore di edizioni dal greco antico al latino (Toscano 2000).

Enfer XXVIII

Titolo: La Divina Comedia di Dante: di nuovo alla sua vera lettione ridotta con lo aiuto di molti antichissimi esemplari: con argomenti & allegorie per ciascun canto & apostille nel margine et indice copiosissimo di vocaboli più importanti dal poeta, con la esposition loro.

Autore: Dante Alighieri (1265-1321); Lodovico Dolce (1508-1568, editore).

Contenuto: Dedica al Vescovo di San Marco, Mons. Coriolano Martirano (pp. 4-5); Sonetto del Boccaccio in lode di Dante (p. 6); Vita di Dante di Lodovico Dolce (pp. 7-9); Indice delle parole oscure usate da Dante (pp. 10-22); Indice delle postille a margine (pp. 22–37); Testo: Divina Commedia di Dante Alighieri (pp. 1-598).

Data di pubblicazione: 1569.

Luogo di pubblicazione: Venezia, Italia.

Stampatore: Domenico Farri (attivo 1555-1604).

Lingua: italiano.

Descrizione fisica: 640 p., 290 x 140 mm. L'edizione presenta decorazioni geometriche di varie dimensioni all'inizio di ogni canto accompagnate a volte da capilettera decorati in bianco e nero con figure umane e decorazioni vegetali. C'è discrepanza tra un canto e l'altro per quanto riguarda gli ornamenti che non sono distribuiti uniformemente all'interno del testo e non sembrano seguire una logica specifica. Alla fine di ogni canto una piccola decorazione simmetrica separa il testo dantesco dalla parte dedicata al commento, la quale è suddivisa in due sottosezioni, "Allegorie" e "Argomento del canto". Lungo tutto il testo della Commedia ci sono dei marginalia stampati in corsivo. All'inizio di ogni cantica troviamo una didascalia decorata da 4 teste dove compaiono il titolo della cantica (Inferno, Purgatorio, Paradiso).

Call number: McGill Rare Books and Special Collections, PQ4302 B69 1569.

Catalogo: https://mcgill.on.worldcat.org/oclc/54970998

Digitalizzazione: https://archive.org/details/McGillLibrary-rbsc_dante-la-diuina-comedia_PQ4302B691569-20430

Storia dell’esemplare: Non è possibile ricostruire la storia del volume.

Note: Sul frontespizio sono presenti alcuni simboli manoscritti con inchiostro sbiadito. Tra gli 8 segni rinvenuti (probabilmente appartenenti alla stessa mano) è riconoscibile un 6 e 3 M scritte in caratteri diversi. Il libro si presenta con pagine ingiallite e con numerosi segni di umidità che però non compromettono mai la lettura integrale del testo. Evidenti segni di restauro su alcune pagine particolarmente deteriorate.


Bibliografia

Rajna, Pio. 1915. "L’epiteto Divina dato alla Commedia di Dante", Bollettino della Società dantesca italiana, 22, pp. 107-115.

Bonora, Ettore. 1966. "Il classicismo dal Bembo al Guarini", Storia della letteratura italiana, a c. di E. Cecchi e N. Sapegno. Milano: Garzanti.

Menato, Marco. 1989. La tipografia del 500 in Italia. Firenze: Olschki.

Pastorello, Ester. 1924. Tipografi, editori, librai a Venezia nel secolo XVI. Firenze: Olschki.

Imbrogno, Emma. 2004. "Un episodio di mecenatismo all’ombra di Carlo V: ville e raccolte d’arte dei fratelli Martirano", Dal Viceregno a Napoli. Arti e lettere in Calabria tra Cinque e Seicento, a c. di I. di Majo. Napoli: Paparo.

Toscano, Tobia. 2000. Letterati, corti, accademie. La letteratura a Napoli nella prima metà del Cinquecento. Napoli: Loffredo.


Autore e data della registrazione: Matteo Ottaviani, 20/05/2021.